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lunedì 27 dicembre 2010
venerdì 24 dicembre 2010
mercoledì 22 dicembre 2010
martedì 21 dicembre 2010
mercoledì 15 dicembre 2010
La piadina è la Romagna.
In questo disco di acqua e farina sono racchiuse tutte le nostre tradizioni e le nostre migliori qualità, come se per un evento imponderabile fosse stato possibile infondere in un alimento la nostra gioia di vivere, la nostra verve, l'apertura mentale, la praticità, l'eclettismo e cento altre peculiarità di una regione che si è sempre distinta per l'ospitalità e simpatia del suo popolo. Tutto questo si ritrova nel gusto sapido e leggero di un morso di piada, una focaccia che può accompagnare praticamente ogni tipo di secondo: indicatissima con pesce alla brace, con fagioli in umido, con erbe di campo stufate e salsiccia, con rucola e stracchino, con pomodoro e mozzarella (il "cassone" rosso), con prosciutto crudo, con salumi vari come mortadella, salame o coppa, con formaggi stagionati e formaggi molli, con insalata, con cavolfiori saltati, con zuppa di lenticchie, per finire alla nutella e al gelato (ebbene sì, sulla riviera romagnola c'è anche chi serve piadina con gelato!). Quando una piadina ospita un ripieno è detta "cassone" proprio nell'accezione più naturale del termine, cioè quella di contenitore universale atto ad accogliere ogni genere di merce. E la piadina, o piada, o pida, o pieda, a seconda delle zone romagnole in cui viene servita, è un eccellente sostituto del pane e rende ogni pranzo o spuntino più sfizioso, più invitante. Nei ristoranti c'è l'usanza di servirla a piccoli spicchietti per accompagnare già gli antipasti e non è raro vederla servita anche con una zuppa, mentre praticamente non esiste secondo che non possa essere accompagnato dalla camaleontica piadina romagnola.
Ma vediamo da vicino questa meraviglia e andiamo ad analizzarne la ricetta e la preparazione.
INGREDIENTI (per 4 persone): 500 grammi di farina doppio 0, tre cucchiai di strutto (oppure per una piadina light sostituire lo strutto con olio extravergine d'oliva), sale, un pizzico di bicarbonato, acqua tiepida.
PREPARAZIONE: Disporre a fontana la farina su un largo ripiano di legno, creare un monticello e sulla sommità di questa montagna scavare un cratere, in mezzo al cratere disporre lo strutto (o l'olio), il sale e il bicarbonato, infine irrorare d'acqua e immediatamente cominciare ad impastare fino ad ottenere un impasto piuttosto sodo ed omogeneo (quindi attenzione a non esagerare con l'acqua!, al limite se si ottiene un impasto troppo lento aggiungere copiosamente farina) . Con tale impasto formare sette o otto pagnottine tonde e incipriarle con ulteriore farina per impedire che si attacchino al tagliere di legno. Quindi con un matterello stendere le pagnottine fino a formare delle sottili piade tonde dello spessore non più alto di un centimetro. Intanto scaldare una teglia sul fuoco, e qui entra in gioco un attrezzo che sarebbe bello procurarsi: il testo. In Romagna il testo è l'utensile designato per cuocere la piadina e assicura una cottura perfetta e croccante della nostra piadina, qui di seguito potete vederlo in fotografia:
Si tratta di un arnese che alcuni negozi di casalinghi ben forniti sicuramente hanno a disposizione, si tratta soltanto di avere un po' di pazienza per trovarlo, vi assicuro che ne vale veramente la pena!
Disporre dunque la nostra piadina sul testo e cuocerla a puntino avendo cura con una forchetta di sgonfiare le bolle piu grandi per evitare che si formino bruciature. Quindi non appena cotta disporla in un paniere o in un recipiente coprendola con un tovagliolo leggermente umido (pochissima acqua, mi raccomando!) in modo di evitare che la nostra piadina arrivi sulla tavola troppo secca.
In questo disco di acqua e farina sono racchiuse tutte le nostre tradizioni e le nostre migliori qualità, come se per un evento imponderabile fosse stato possibile infondere in un alimento la nostra gioia di vivere, la nostra verve, l'apertura mentale, la praticità, l'eclettismo e cento altre peculiarità di una regione che si è sempre distinta per l'ospitalità e simpatia del suo popolo. Tutto questo si ritrova nel gusto sapido e leggero di un morso di piada, una focaccia che può accompagnare praticamente ogni tipo di secondo: indicatissima con pesce alla brace, con fagioli in umido, con erbe di campo stufate e salsiccia, con rucola e stracchino, con pomodoro e mozzarella (il "cassone" rosso), con prosciutto crudo, con salumi vari come mortadella, salame o coppa, con formaggi stagionati e formaggi molli, con insalata, con cavolfiori saltati, con zuppa di lenticchie, per finire alla nutella e al gelato (ebbene sì, sulla riviera romagnola c'è anche chi serve piadina con gelato!). Quando una piadina ospita un ripieno è detta "cassone" proprio nell'accezione più naturale del termine, cioè quella di contenitore universale atto ad accogliere ogni genere di merce. E la piadina, o piada, o pida, o pieda, a seconda delle zone romagnole in cui viene servita, è un eccellente sostituto del pane e rende ogni pranzo o spuntino più sfizioso, più invitante. Nei ristoranti c'è l'usanza di servirla a piccoli spicchietti per accompagnare già gli antipasti e non è raro vederla servita anche con una zuppa, mentre praticamente non esiste secondo che non possa essere accompagnato dalla camaleontica piadina romagnola.
Ma vediamo da vicino questa meraviglia e andiamo ad analizzarne la ricetta e la preparazione.
INGREDIENTI (per 4 persone): 500 grammi di farina doppio 0, tre cucchiai di strutto (oppure per una piadina light sostituire lo strutto con olio extravergine d'oliva), sale, un pizzico di bicarbonato, acqua tiepida.
PREPARAZIONE: Disporre a fontana la farina su un largo ripiano di legno, creare un monticello e sulla sommità di questa montagna scavare un cratere, in mezzo al cratere disporre lo strutto (o l'olio), il sale e il bicarbonato, infine irrorare d'acqua e immediatamente cominciare ad impastare fino ad ottenere un impasto piuttosto sodo ed omogeneo (quindi attenzione a non esagerare con l'acqua!, al limite se si ottiene un impasto troppo lento aggiungere copiosamente farina) . Con tale impasto formare sette o otto pagnottine tonde e incipriarle con ulteriore farina per impedire che si attacchino al tagliere di legno. Quindi con un matterello stendere le pagnottine fino a formare delle sottili piade tonde dello spessore non più alto di un centimetro. Intanto scaldare una teglia sul fuoco, e qui entra in gioco un attrezzo che sarebbe bello procurarsi: il testo. In Romagna il testo è l'utensile designato per cuocere la piadina e assicura una cottura perfetta e croccante della nostra piadina, qui di seguito potete vederlo in fotografia:
Si tratta di un arnese che alcuni negozi di casalinghi ben forniti sicuramente hanno a disposizione, si tratta soltanto di avere un po' di pazienza per trovarlo, vi assicuro che ne vale veramente la pena!
Disporre dunque la nostra piadina sul testo e cuocerla a puntino avendo cura con una forchetta di sgonfiare le bolle piu grandi per evitare che si formino bruciature. Quindi non appena cotta disporla in un paniere o in un recipiente coprendola con un tovagliolo leggermente umido (pochissima acqua, mi raccomando!) in modo di evitare che la nostra piadina arrivi sulla tavola troppo secca.
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